Francesco Masala - anno scolastico 2012-2013
Francesco Masala - 21-06-2013
Negli anni ho constatato che la durata dell'attenzione in classe è sempre più quella del tempo di un sms o di un tweet o solo del "mi piace" o "non mi piace".
Nei film western in certi paesetti o in certi saloon non si poteva entrare con la pistola, si lasciava allo sceriffo e si ritirava alla partenza.
Perché non dotare tutte le scuole di armadietti personali dove lasciare, studenti, docenti e non docenti, le armi (di distrazione di massa: telefonini e qualsiasi altro apparecchio elettronico) all'ingresso e ritirarle all'uscita?
All'inizio sembrerà strano, visto che tenere un telefonino (ormai computer a tutti gli effetti) in borsa, spento, sembra più doloroso di un'amputazione senza anestesia.
Francesco Masala - 11-05-2013
Qualche giorno fa Giorgio Israel scriveva così al ministro:
"...Il primo augurio che le si deve quindi fare è che riesca a esercitare pienamente la sua funzione di ministro, e a non farsi ridurre al ruolo di "re Travicello" dal prepotere di una burocrazia e di una dirigenza che ha sempre detto, neanche sottovoce, che "i ministri passano e noi restiamo"; e da enti cui è stato dato un ruolo smisurato e fuori controllo come l'Anvur, l'Invalsi e l'Indire.
Francesco Masala - 08-02-2013
Durante il primo governo Blair venne proposta una riforma universitaria (aumento delle tasse per gli studenti e le loro famiglie). Un deputato laburista votò contro spiegando la sua contrarietà a qualsiasi aumento di tasse per gli studenti ( e le loro famiglie) con il fatto che lui, di famiglia operaia e quindi povera, aveva potuto studiare perché non esistevano tasse. Esiste qualche partito politico italiano che considera la scuola e l'università qualcosa da non far pagare agli studenti (e alle loro famiglie), ma da porre a carico della fiscalità generale? O almeno esiste qualche politico che pensa che studiare possa e debba essere gratuito?
Francesco Masala - 20-11-2012
Passata la paura per le 24 ore, ma durerà poco, ci sono le elezioni e poi si concorderà con i sindacati che firmeranno i contratti (se ancora si firmeranno), sindacati che saranno sempre più la cinghia di trasmissione di tutte le nefandezze.
Si tenga presente che una (piccola) parte degli indignati della proposta delle 24 ore sono quelli che già ora ne fanno più di 18, ma in cambio di qualche soldo, come prevede il CCNL, (fino a 24 ore, che coincidenza, non serve un numerologo per notarla), firmato da qualche sindacato di cui non voglio ricordare il nome (direbbe Cervantes), e la loro paura (di quei colleghi) è quella di perdere quei pochi maledetti soldi.
Francesco Masala - 06-11-2012
I cinesi compongono l'ideogramma del termine crisi attraverso la combinazione di due parole: pericolo e opportunità (alcuni dicono che non è esattamente così, ma prendiamola per buona).
Almeno da Berlinguer (Luigi) stiamo giocando in difesa e perdiamo quasi tutte le partite, qualcuna la pareggiamo, i successi sono fatti di rigori parati, non più di gol segnati e partite vinte.
La proposta delle 24 ore, come racconta Rossi Doria, è solo un assaggio, per preparare il terreno, comprare qualche sindacato, manovrare l'opinione pubblica, e poi lo faranno.
Questo è il pericolo, passo all'opportunità.
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